Sfuggenti figurine cariche di volantini colorati...

Riceviamo e pubblichiamo questa sintetica ma efficace istantanea di una parte, in crescita, del proletariato moderno

La pubblicità è l'anima del commercio. Un vecchio adagio capitalista la cui validità trova conferma in tante cassette della lettere che punteggiano le vie delle città italiane. Soffermiamoci adesso su quelle sfuggenti figurine cariche di volantini colorati che ogni giorno contribuiscono all'incasso di Coop, Carrefour, Euronics. Scrive uno che recentemente ha contribuito ad infoltirne la schiera; per più di metà pensionati, donne ed uomini, che disponendo di giorni completamente liberi spalmano un lavoro di 3-4 ore su 7 tra mattino e pomeriggio. Tenete presente che il compenso complessivo ammonta alla fantasmagorica cifra di 13-20 euro complessivi, aggiungete un'altra ora tra il carico della merce ed il raggiungimento della zona assegnata, e potremo totalizzare i 2-3 euro di resa oraria. Lordi o netti?? Il contratto è un autonomo occasionale ossia niente contributi, malattia, o ferie pagate, ma a fine anno una ritenuta d'acconto pari al 20% del guadagno scalabile dalla dichiarazione dei redditi. In teoria questo contratto andrebbe applicato in maniera occasionale, appunto, ad individui non economicamente autosufficienti che avrebbero modo con la ritenuta di alleviare la pressione fiscale di chi li ha a carico; in pratica abbatte i costi dei padroni che possono così permettersi lavoratori sottopagati utilizzabili a piacimento senza vincoli di continuità. «Oggi serve, lo chiamo, domani niente, poi vedremo». Sui volantini campano in realtà famiglie di immigrati, disoccupati vecchi e nuovi aiutati da genitori e nonni, donne che a causa della maternità hanno perso il posto di lavoro, ventenni in cerca di un'occupazione decente, che intanto fanno un lavoretto, gente che per restare a galla fa solo lavoretti (anche tre per volta).

La crisi sta incrementando la vendita di merce usata: vestiti, libri, dvd, mobili, elettrodomestici e fumetti. Prosperano le catene in franchising con punti vendita scaglionati sul territorio; diventano luoghi di aggregazione proletaria dove ci si confronta e si tesaurizza l'esperienza altrui. Ci trovi la ricercatrice universitaria che, causa maternità ed alla faccia del contratto, è stata cacciata - niente beuta o microscopio - e cerca adesso un posto come pulitrice di scale condominiali, tacendo sulla propria laurea. Abbiamo una neodottoressa in agraria: si è mantenuta agli studi facendo la promoter nei supermercati. Col pezzo di carta per adesso ci fa solo un bel quadretto; ha passato questo Natale offrendo frutta secca scontata a proletari come lei. Famiglie di Rom che si offrono di liberarti cantina o solaio dal vecchio ciarpame per poi rivenderlo nel mercatopoli di turno fianco a fianco con chi lo ha ceduto. Il dipendente “fisso” messo a venti ore a settimana che si procura un furgone e gira per negozi chiusi dalla crisi e dalla concorrenza dei centri commerciali, carica invenduti che andrebbero in discarica e li porta nella nuova agorà proletaria o magari su e-bay.

Quello che era il “lavoretto” per ragazzi sta diventando l'approdo per una tipologia di lavoratori in costante crescita numerica, non più stabili nell'occupazione o sul territorio, ma raggruppati in un confuso magma ribollente, costretti al continuo agitarsi alla ricerca di momentanee sicurezze.

Lo dissi ad un senegalese e lui rise: «Siamo un tribù che balla!».

GC

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.