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Home ›“Collegato Lavoro”: collegato alla crisi del capitalismo!
Il “Collegato”, muovendosi sulla scia della “legge Biagi”, stabilisce la possibilità di deroghe alla applicazione di leggi e del contratto nazionale, nel senso di consentire la stipula di contratti individuali peggiorativi rispetto allo stesso.
Per le aziende sarà un gioco da ragazzi far sottoscrivere ai lavoratori contratti individuali capestro .
Così il lavoratore si troverà ad accettare deroghe individuali peggiorative ai diritti previsti per legge o per contratto nazionale.
Questi contratti individuali, nei punti presi in considerazione, sostituiranno la normativa generale e, per esempio in caso di licenziamento, il datore di lavoro potrà avvalersi delle norme peggiorative per spuntarla vittoriosamente sul lavoratore che finora poteva (sperare di...) ricorrere al tribunale del lavoro per farsi reintegrare nel proprio posto di lavoro. Che poi questa possibilità fosse più teorica che altro è un altro paio di maniche: nella realtà italiana fatta di piccole e piccolissime unità di lavoro è almeno “difficile” pensare di tornare al proprio posto come nulla fosse grazie ad un reintegro giudiziario dopo un licenziamento, quando sei costretto a vedere, sentire, parlare e mangiare tutti i giorni col padrone che ti ha licenziato in precedenza. Per un lavoratore assunto in base a questa nuova legge ad esempio non sarebbe più possibile il reintegro analogo a quello di un licenziato illustre come il ferroviere e rls Dante Deangelis. Il che verosimilmente è uno degli obiettivi dell'attacco padronale. Brutalemente, in sintesi: Art. 18 bye bye...
Alcune considerazioni sono doverose: l'attuale Collegato Lavoro (ddl 167) è stato in gestazione in parlamento per quasi 2 anni nel silenzio più assoluto dei partiti di opposizione e di quei sindacati come la Cgil che ora si stracciano le vesti, i quali nel 2002 portarono preventivamente in piazza milioni di lavoratori proprio sulla difesa dell'art. 18.
È il caso che tutti i lavoratori riflettano seriamente sulla natura di quelli che molti considerano ancora propri difensori, o rappresentanti almeno degli interessi più basilari; la realtà ci dimostra il contrario con pesanti ceffoni sul viso.
Al limite della fantasia un lavoratore potrebbe trovarsi a firmare anche un contratto in cui è specificato che egli si impegna a non reclamare gli stipendi non pagati dal datore di lavoro per un qualsiasi motivo...
Questo sciagurato “Collegato” inoltre sancisce anche la facoltà per gli imprenditori - una volta detti Padroni - di aumentare l'applicazione dei Co.Co.Pro, la limitazione del già scarso potere del giudice del lavoro nelle vertenze, e altre simili piacevolezze...
Solo i ciechi possono non vedere la realtà: il capitalismo è in crisi e ogni borghesia cerca disperatamente ogni escamotage per mantenere allo stesso livello dei concorrenti la propria quota di profitti estorti al lavoro dipendente. Ed esercita una pressione tremenda su Parlamenti e Stati affinché essi tramutino in Legge dello Stato i loro interessi di classe e tutte quelle loro prassi e comportamenti che ancora non lo sono. Così rafforzati pensano di spegnere anche ogni velleità di lotta nei proletari ricattati e sfruttati sempre più e con sempre maggior evidenza. “Se è la Legge che lo permette... cosa si può fare?”
Forse nell'immediato può anche andare così, ma di sicuro non può durare all'infinito. Prima o poi la catena – già rugginosa in più punti – si deve rompere. Qua e là qualche avvisaglia già la si vede in Italia e nel mondo. E quanto più lo Stato si mostrerà alla luce del sole agli sfruttati come rappresentante e garante degli interessi della borghesia, tanto più facilmente la loro rivolta si dirigerà da subito verso e contro di esso. Non si tratta di fare i facili profeti da baraccone, ma di osservare la realtà da marxisti. Anzi, siamo ancor più convinti della necessità di radicare già da oggi il Partito Internazionale di classe come strumento politico attivo in questo processo e unificatore delle avanguardie prodotte dalla lotta.
DSBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
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