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Home ›Lotte operaie nel mondo
Cina
A partire dal 20 di aprile una protesta organizzata da alcune migliaia di camionisti cinesi ha parzialmente bloccato per alcuni giorni il porto di Shangai, il più grande porto del mondo per movimentazione merci. Alla base delle proteste c’è l’incremento del prezzo della benzina, aumentato dal governo per la seconda volta quest’anno del 5,8%, e delle tasse sul trasporto. Gli autisti più esasperati hanno messo di traverso i camion impedendo l’accesso ai terminal. La polizia è intervenuta in modo violento, come al solito nella cosiddetta “Repubblica popolare cinese”, ma non è chiaro il numero dei feriti. Il timore delle autorità cinesi è che questo tipo di lotte possa espandersi a macchia d’olio unendosi con i recenti scioperi dei taxisti e con la cosiddetta “rivoluzione dei gelsomini” cinese, fenomeno quest’ultimo per ora più virtuale che reale. La censura assoluta praticata sui mezzi di informazione e su internet unita alla repressione politica preventiva ha per il momento ridotto al silenzio il forte malcontento della popolazione per l’aumento dell’inflazione. I prezzi dei generi alimentari nel primo trimestre di quest’anno sono cresciuti dell’11.7% e i prezzi delle case sono influenzati da una bolla speculativa; le autorità di Pechino sanno bene che l’inflazione fu una delle rivendicazioni alla base del movimento del 1989 culminato negli scontri di piazza Tienanmen.
Brasile
A Jirau nel nord est il 15 marzo scorso c’è stata una importante sollevazione operaia, di dimensioni mai viste negli ultimi decenni in Brasile. Ventimila lavoratori hanno dato fuoco a autobus, baracche, installazioni varie nel cantiere che dovrebbe costruire un enorme impianto idroelettrico sul fiume Madeira, vicino al confine con la Bolivia. Quella di Jirau è una delle opere più importanti del PAC, il Programma di Accelerazione della Crescita, bandiera del nuovo Brasile che vuole affermarsi come potenza economica a livello internazionale.
Dopo Jirau la protesta ha contagiato San Antonio, altro cantiere edile, poi i lavoratori della raffineria di Abreu e Lima a Pernambuco, quelli della petrolchimica Suape e 5 mila lavoratori a Pecén, Cearà: in totale più di ottantamila operai hanno scioperato sottolineando l’asprezza delle condizioni di lavoro, le vessazioni a cui sono sottoposti ad opera dei kapò delle imprese. Nelle opere del PAC il tasso di mortalità è molto alto, più del doppio di quello che si registra nei paesi occidentali, in particolare poi nelle zone amazzoniche e del nordest, dove sono stati avviati questi progetti faraonici, si sono registrate ripercussioni sociali molto forti: epidemie, una forte crescita della delinquenza, della prostituzione minorile e dell’alcolismo.
Il governo di Dilma Rousseff, erede di Lula, ha disposto l’invio di alcune centinaia di agenti e ha dato mandato ai sindacati di negoziare migliori condizioni di lavoro. Ma sia i padroni che i sindacati concordano sul fatto che questo movimento non ha leader riconosciuti, né organizzazioni strutturate al suo interno e quindi è difficile individuare qualcuno con cui negoziare. Le grandi centrali sindacali Cut e Força Sindical hanno problemi a imporre una disciplina ai lavoratori; maggiore credito hanno le organizzazioni dei senza terra, degli indigeni e della popolazioni danneggiate dalla costruzione di queste opere.
Un mese dopo la rivolta il cantiere di Jirau è ancora paralizzato. Negli altri cantieri le imprese hanno concesso qualche piccolo miglioramento ma potrebbero esserci nuove puntate di questa storia anche perché non sono ancora cominciate le opere per i mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016.
Fonte: Raul Zibechi Carta aprile 2011
Grecia
Ancora uno sciopero generale in Grecia l’11 di maggio, il decimo nel corso dell’ultimo anno. A causarlo gli ulteriori tagli e le privatizzazioni imposte al paese in cambio di un nuovo pacchetto di salvataggio varato dall’Unione europea. Le proteste hanno visto nuovi duri scontri tra manifestanti e polizia, un massiccio uso di lacrimogeni e il ferimento tra gli altri di Yiannis Panagopoulos, leader della Gsee, il più importante sindacato greco. In concomitanza con queste manifestazioni si sono tenuti anche cortei di gruppi neofascisti, in particolare del gruppo d’estrema destra “Alba d’oro” lasciato scorrazzare indisturbato dalla polizia per tutta la giornata dell’11 e del 12, questa formazione neofascista ha organizzato aggressioni e pestaggi di immigrati mandandone trenta in ospedale.
MBBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #06
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