Noi e la guerra

Di fronte ai protagonisti della terza guerra mondiale il partito di classe assumerà la stessa posizione di avversione irriducibile che assunse nei confronti dei protagonisti della seconda.

Nessuna flessione ideologica, anche se si parte dalla considerazione che l'economia sovietica è nel suo complesso arretrata in confronto di quella americana sulla linea dello sviluppo capitalista, deve preparare il terreno a eventuali flessioni nella tattica e nella strategia dell'avanguardia rivoluzionaria.

Noi non abbiamo accettato la posizione trotskysta che divide il mondo in bellicisti da una parte: il capitalismo americano, e in pacifisti dall'altra: la Russia sovietica con le alleate repubbliche popolari; la «pace» propagandata dal blocco sovietico non è in realtà che un momento nella strategia della guerra, allo stesso modo della «difesa del mondo libero» così cara ai «gangster» della politica americana.

Nessuno nel partito intende mettere in dubbio che gli U.S.A. siano attualmente il più vasto e potente concentramento capitalistico del mondo; tuttavia questa elementare e parziale constatazione non autorizza alcuno a modificare la visione strategica del marxismo che considera lo schieramento del capitalismo, tanto nella sua struttura che nella sua essenza di classe come una forza saldamente unitaria pur nel suo sviluppo ineguale tra paese e paese, e concretamente internazionale pur sotto la scorza dei suoi esasperati nazionalismi.

Va perciò respinto, come teoria e come prassi politica, ogni tentativo che tendesse a considerare l'altro concentramento capitalistico, quello della economia russa, nel tipo della sua produzione, nella natura del suo stato e negli obiettivi della sua politica, come meno capitalista, meno bellicista, in una parola, meno imperialistica in confronto a quello americano.

Va inoltre respinta come estranea al marxismo la teoria che vuole che la rivoluzione proletaria perderebbe tempo se in questa fase della storia del mondo non riuscisse a «far fuori», prima d'ogni altro, lo Stato di Washington. Accettando ciò per vero dovremmo convenire che la rivoluzione russa fu il prodotto del più irresponsabile e marchiano infantilismo politico, il più tragico degli errori. A questo proposito per il partito di classe rimane quanto mai valido l'insegnamento di Lenin che di fronte ai protagonisti della prima guerra mondiale non «auspicò» alla vittoria di nessuno e non chiese, prima di avversarli, se il blocco anglo-americano fosse per caso più capitalista o bellicista del blocco avversario. Infatti la rivoluzione d'ottobre è la risultante di quest'odio di classe indifferenziato e totalitario di fronte a tutti i responsabili della guerra borghese.

Noi siamo certi che nell'ipotesi che le armate russe riuscissero nella prossima guerra a distruggere il potenziale economico-militare e politico degli Stati Uniti, ciò avverrebbe a tutto vantaggio dello Stato russo, che centuplicherebbe così la potenza e la violenza della sua dominazione sul proletariato, col risultato di prolungare ulteriormente la vita al capitalismo, strozzando in nome del socialismo ogni possibilità di affermazione rivoluzionaria del proletariato internazionale.

Il nostro posto è stato e rimane sul fronte internazionale dell'anticapitalismo tanto contro gli Stati Uniti che contro la Russia Sovietica che ha con diritto guadagnato i galloni di grande potenza imperialista nella seconda guerra mondiale ed è spinta, dalla stessa dinamica interna del capitalismo e dalle sue stesse contraddizioni, a buttare il suo enorme potenziale umano ed economico e la sua esperienza nel girone tragico della guerra per dominare a sua volta il mondo.

Il capitalismo tanto a Washington che a Mosca, è allo stesso modo capitalismo e vuol dire ovunque sfruttamento e guerra.

Nostro compito immediato è di lavorare, e duramente lavorare, per preservare il nostro partito da ogni possibile peste ideologica e salvarlo in quanto strumento della rivoluzione proletaria.

Dalla «Mozione» approvata al Convegno di difesa del Partito tenuto dalla Sinistra Italiana del Partito Comunista Internazionalista a Milano il 18 ottobre 1951

Prometeo

Prometeo - Ricerche e battaglie della rivoluzione socialista. Rivista semestrale (giugno e dicembre) fondata nel 1946.