Costituzione europea - Un papocchio che serve per andare avanti

Lo sforzo della borghesia europea di dotarsi di una carta costituzionale si inserisce nella strategia di fondere le diverse realtà nazionali in un'unica entità sovranazionale, dotata di capacità decisionale in politica interna ed estera, forte di un proprio esercito e capace di una propria autonoma iniziativa. Oggi lo scenario non è più quello della formazione e sviluppo dell'economia capitalistica come nell'ottocento, quando si sono definite le varie entità nazionali; oggi il capitalismo è giunto alla sua piena maturazione e pone problemi completamente diversi alle differenti sezioni della borghesia europea. Ora è in gioco la sua sopravvivenza in una economia globale che si confronta e scontra con blocchi e potenze economiche e militari di dimensione continentale. Da una parte gli Usa, attuali e incontrastati dominatori del globo, dallaltra, per la pressione dello stesso dominio imperialistico americano, il tentativo di altre aree di strutturarsi in modo da avere la forza di svincolarsi da tale asfissiante controllo. La partita è aperta in Asia con l'emergere della potenza cinese, nell'instabile medioriente e tra l'Europa e l'Asia con la Russia alla ricerca di un più importante ruolo internazionale. Insomma, lo scenario oggi si caratterizza per uno scontro tra entità economiche di dimensioni senza precedenti che si confrontano sui mercati globali;è questo che spinge la borghesia europea, capeggiata ovviamente da quella tedesca e francese in quanto economicamente più potenti, a uno sforzo storicamente senza precedenti: costituire uno blocco economico e politicamente unito di dimensione continentale superando la frammentarietà e il nanismo degli attuali stati nazionali, superando quindi antiche benché non sopite rivalità nazionali. L'obiettivo è ambizioso e irto di difficoltà ma è anche l'unica strada per poter contrastare ad armi pari il dominio statunitense caratterizzato sì da una enorme superiorità militare ma anche da grossissimi problemi economici che ne fanno un gigante sotto i cui piedi si avvertono i primi pericolosissimi scricchiolii. Senza questa prospettiva l'Europa sarebbe invece condannata a soccombere in un mondo fatto di scontro tra giganti. Dunque, da qui nasce l'accelerazione degli ultimi anni del processo di unificazione europea che ha portato all'affermazione di un'unica moneta europea e ora alla definizione di una carta costituzionale, primo passo per avviare il processo di unità politica e militare del vecchio continente.

L'esito del processo è tutt'altro che scontato. Gli Usa, sebbene all'inizio abbiano guardato con scetticismo il progetto europeista e l'abbiano sottovalutato, non perderanno occasione per mettergli i bastoni tra le ruote con ogni mezzo a loro disposizione: con la diplomazia, con gli attacchi economici, con i tentativi di spezzare le costituendi alleanze tra stati europei, persino con la pressione militare. D'altra parte i singoli paesi europei, caratterizzati da interessi spesso in competizione, dovranno riuscire a sacrificare i propri particolarismi a favore di una nuova entità sopranazionale a cui delegare gran parte del potere che oggi essi hanno. Impresa assolutamente non facile e dagli esiti non certi. Ma la crisi economica, le difficoltà con cui procede il processo di accumulazione capitalistico e la conseguente necessità di organizzare delle economie di scala continentale per fronteggiare la concorrenze mondiale, quasi obbligano ad andare in questa direzione. La contraddittorietà di questo processo è ben emersa nelle ultime vicende militari dell'Irak quando i paesi europei si sono divisi nell'appoggio agli Usa ma quando anche si è costituito per la prima volta un fronte del no all'azione americana, fronte costituito dalle grandi potenze mondiali, Germania, Francia, Russia e Cina. Del resto ogni processo è contraddittorio e la sua soluzione non è mai prevedibile a priori.

Vi sono poi difficoltà interne alla stessa Europa; si tratta di legare aree economiche diverse avviando enormi processi di ristrutturazione in campo finanziario, industriale e agricolo, il che comporterà scontri feroci tra i diversi settori della borghesia perché qualcuno dovrà rimetterci a favore di qualcun altro; si tratterà anche di uniformare sistemi legislativi, fiscali, amministrativi ora spesso diversi e contrastanti perché forgiati dai materiali interessi nazionali. Una impresa titanica che certo non potrà compiersi in qualche anno e che innescherà sicuri contrasti. Ciò non dovrà sorprenderci.

L'attuale progetto di Costituzione già mostra i segni delle infinite mediazioni che hanno accompagnato la lunga trattativa, soprattutto tra i paesi più forti, quelli che cercano di imporre il proprio comando sull'Europa con meccanismi decisionali e istituzioni che consentano una reale capacità d'azione, e quelli più deboli che temono di essere fagocitati dai grandi. Non possiamo qui esporre la complessità del disegno istituzionale europeo, un vero e proprio parto di ingegneria politico-istituzionale, tanto più perché esso dovrà essere approvato dalle singole nazioni e poi, alla prova dei fatti, sicuramente modificato sotto la spinta dello scontro imperialistico che richiederà di superare l'attuale ferraginosità del meccanismo decisionale previsto. Possiamo invece sottolineare il significato politico di ciò che è stato fatto: un passo in avanti nel processo di formazione del nuovo blocco imperialista europeo.

Nuovo imperialismo europeo! Altro che nuova Europa, dei diritti e della cittadinanza, come vagheggiato dalla sinistra borghese! Qui si tratta solo della preparazione di uno scontro di dimensioni storicamente senza precedenti tra le due sponde dell'Atlantico! E quali gravi conseguenze ne deriveranno per il proletariato... Esso dovrà subire i giganteschi processi di ristrutturazione che avverranno a scala europea quando la borghesia procederà alla costituzione del suo unitario e potente apparato finanziario e produttivo. Di contro, questo sarà un potente stimolo alla ricomposizione della sua unità dato che i medesimi provvedimenti antiproletari verranno presi, come di fatto sta già avvenendo, in tutti i paesi. Per il proletariato si tratterà di un importante banco di prova della sua capacità di riproporsi come alternativa storica alla borghesia.

cl

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.