Che gioco fa la Cgil?

Il 9 di questo mese la Cgil chiama in piazza i metalmeccanici, tramite la Fiom, contro l'accordo separato del 22-01-2009 tra Governo, Confidustria e Cisl/Uil nel quadro di un più vasto calendario di mobilitazioni; il 17 contro il razzismo, il 14 novembre contro la crisi e la disoccupazione con un uno sciopero generale e 3 giorni dopo per il “diritto alla casa”, nonché una serie di iniziative sparse nel Meridione nelle settimane successive.

Iniziative che perdono in partenza la loro incisività (anche in un'ottica riformista, com'è quella Cgil) proprio perché rituali ed annunciate in largo anticipo.

Tema centrale su cui mobilita i metalmeccanici è lo scontro sul ccnl; Confindustria semplicemente lo reputa superfluo e ne chiede lo smantellamento, di fatto incontrando il consenso interessato di Cisl&Uil, la cui preoccupazione principale, oltre al pompieraggio smaccato, è quella di continuare con entusiasmo a spartirsi le briciole di potere negli enti bilaterali, nei consigli dei fondi pensione, ecc.

A conferma della validità della nostra analisi sulla profondità della crisi attuale, gli industriali pretendono un ccnl “leggero”, con rinnovi triennali anziché biennali come ora, col divieto di proclamare scioperi durante le trattative e a ridosso delle scadenze (e quando allora?), con vincoli ancora maggiori alle rsu e col calcolo dell'inflazione programmata - già illusoria di per sé - che non tenga conto degli aumenti di prezzo delle risorse energetiche (cioè perdita secca di salario del 10-20%). Di contro, i padroni vogliono imporre aumenti salariali basati sulla produttività del singolo stabilimento con contratti locali stipulati su base territoriale quando non apertamente “testa a testa” tra datore di lavoro e dipendente. Il Paradiso... per loro! Va da sé, l'inferno per i proletari.

Certo, col 90% delle imprese con meno di 10 dipendenti si capisce bene come l'unico modo di continuare a fare profitti sia l'attacco diretto, dirompente e senza sosta al salario diretto dei lavoratori.

Di fronte a tutto ciò la Cgil e la Fiom in primis restano sospese, temendo di perdere il proprio ruolo, la propria identità ed il consenso dei milioni di tesserati (il sindacato unico prossimo venturo di cui già parlano Cisl&Uil gli andrebbe stretto, oggi come oggi); come in un gioco di scacchi ci si muove, ma non così tanto da impensierire seriamente l'avversario, ed al tempo stesso si recupera consenso tra i lavoratori delusi, divisi ed impauriti da una crisi senza precedenti negli ultimi sessant’anni, per accreditarsi come interlocutori presso una controparte che pensa (o finge) di poterne fare a di meno. A maggior ragione va dimostrato di avere saldamente in mano il controllo delle piazze e del malumore degli operai nelle fabbriche e dei lavoratori in genere, in vista di un autunno che tutti dicono caldo.

Così spieghiamo il rinnovato attivismo della Cgil nelle lotte contro chiusure e cassaintegrazioni che in queste settimane interessano tante fabbriche - ognuna per sé! - e nel giustamente agitato mondo della scuola.

Ovviamente tutti si guardano bene dal dire che la crisi non passerà come un temporale dopo cui torna a risplendere il sole (o lo dicono sommessamente), ma anzi che deve ancora far sentire i suoi effetti peggiori.

Nel frattempo padroni e sindacati - Fiom inclusa - si accapigliano nel prospettare le loro “ricette” per uscire da questa crisi, cioè far ripartire l'economia capitalistica.

A noi comunisti rivoluzionari la loro “cucina” non è mai piaciuta, ai lavoratori si prospettano “piatti” ben peggiori dei già pessimi attuali se non sapremo sbarazzarci di questa società.

DS

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.