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Home ›Condizioni e lotte operaie nel mondo
Stati Uniti
Anche gli Stati Uniti, che erroneamente sono apparsi per decenni come il paese del benessere capitalista e della concordia di classe, stanno vivendo un riacutizzarsi delle tensioni nel mondo del lavoro. L’intera forza lavoro del panificio Stella D’Oro di New York, 135 lavoratori, sono stati licenziati lo scorso otto ottobre. Lo stabilimento era in funzione da più di 75 anni nel quartiere del Bronx. La direzione ha improvvisamente chiesto a tutto il personale di riunire le loro cose e di andarsene. I lavoratori, spiazzati dalla decisione, hanno però organizzato una breve manifestazione nel cortile dello stabilimento inneggiando alla lotta e all’unità dei lavoratori. In seguito hanno lasciato l’impianto, molta rabbia e lacrime hanno accompagnato l’allontanamento di questi uomini che da decenni lavoravano per la Stella D’Oro. L’azienda era stata acquistata nel 2006 dalla finanziaria Brynwood Partners che da subito aveva tentato la riduzione del salario da 18 a 13 dollari all’ora, l’eliminazione di tutti i gironi di malattia, il taglio di una settimana di ferie e il passaggio ai lavoratori del costo dell’assicurazione sanitaria. Avendo completamente fallito in questa ristrutturazione forzata la Brynwood è oggi arrivata a chiudere lo stabilimento e a venderne il nome alla Lance Inc., un produttore alimentare intenzionato a trasferire la produzione a Ashland in Ohio. Dall’agosto del 2008 il lavoratori della Stella D’Oro erano in agitazione, undici mesi di sciopero contro le richieste dell’azienda fino allo scorso luglio quando erano tornati al lavoro in seguito ad un accordo firmato in malafede sotto grazie alla mediazione delle istituzioni. Pareva infatti che la proprietà garantisse le vecchie condizioni di lavoro, ma era solo un raggiro per riprendere la produzione in vista dell’imminente cessione del marchio e della chiusura dello stabilimento.
Nel fine settimana successivo alla chiusura dello stabilimento più di 700 persone hanno marciato per le strade del Bronx fino alla fabbrica di biscotti a sostegno dei lavoratori in picchettaggio. Si è trattato di un grande esempio di solidarietà tra lavoratori in un momento storico in cui non poche realtà produttive dell’area di New York, stanno licenziando molti dipendenti. Se da un lato le manifestazioni di solidarietà tra lavoratori sono sempre più frequenti, dall’altro si fa sempre più evidente la volontà delle organizzazioni sindacali di contenere e frammentare la lotta. I sindacati che sono che rappresentano il perno della politica del presidente Obama nel mondo del lavoro da un lato stanno accettando mediazioni sempre più sconvenienti dall’altro contengono le lotte e cercano di incanalarle nell’alveo della concertazione istituzionale. Per fortuna non sempre i lavoratori accettano passivamente questa situazione.
Germania
Alla fine del mese di settembre, in seguito all’eliminazione del minimo salariale sindacale che era stato fissato per i lavoratori delle pulizie parecchie imprese cercato di abbassare il salario orario sotto i vecchi limiti fissati ad 8,15 euro nell’ovest e a 6,58 euro nell’est (non male come differenza a venti anni della caduta del muro...). Si calcola che in Germania I “pulitori” siano circa 860.000 e rappresentano da sempre una delle categorie più sottopagate del paese, tanto che molti di loro devono ricorrere ad altri lavori per potersi mantenere. Il sindacato che rappresenta circa il dieci per cento dei lavoratori del settore ha indetto per il 20 ottobre uno sciopero generale, chiedendo un aumento immediato del 8,7% dei salari, le organizzazioni padronali hanno invece proposto un aumento, a regime tra 21 mesi, pari a solo il 3%. In grande maggioranza gli aderenti alla IG Bau hanno deciso per lo sciopero generale, tuttavia il sindacato ha optato da un lato per la tattica di scioperi più piccoli e localizzati e dall’altro per continuare nella ricerca di un compromesso, l’ennesimo peggiorativo delle condizioni dei lavoratori.
Russia
Centinaia di lavoratori dell’AvtoVaz a Togliatti in Russia hanno manifestato il 19 ottobre scorso contro la minaccia di tagli ai posti di lavoro. Più di duemila persone hanno preso parte alla protesta non solo opponendosi ai licenziamenti di massa, ma anche per portare i loro salari ad almeno 800 dollari al mese e per la nazionalizzazione dello stabilimento.
Avtovaz ha invece confermato il licenziamento di 5000 lavoratori mentre le stime del ministero del lavoro parlano dib en 36000 posti a rischio. A quanto emerso da un articolo del Moscow News sarebbe in atto da parte del sindacato ufficiale Yedinstvo un tentativo di accordo con la proprietà dell’Avtovaz che porterebbe all’immediato allontanamento di27,600 lavoratori in vista della future ristrutturazione aziendale. Grazie agli accordi firmati con Renault e Nissan la fabbrica dell’Avtovaz di Togliatti (oggi con un debito che cresce ogni anno di 76 milioni di rubli) si troverà nel 2013 a produrre 200.000 veicoli, evidentemente la delocalizzazione richiede la massima efficienza ed il massimo sfruttamento di una forza lavoro ridotta all’osso anche grazie alla mediazione del sindacato.
TGBattaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #11-12
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