I soldati di leva in Grecia: «Non partecipiamo alla guerra contro i migranti, non reprimiamo le lotte sociali»

La significativa presa di posizione che segue merita la circolazione più larga possibile. È stata scritta da soldati di leva appartenenti a 50 unità delle forze armate. È un testo notevole perché collega tutti gli orrori che vengono inflitti ovunque ai lavoratori ad una singola causa – il divenire della crisi del sistema capitalista. In questa crisi, che esige sacrifici e fa perdere e rovinare vite, tutti i lavoratori, qualunque sia la loro condizione, hanno una causa comune ed un interesse comune. I nostri compagni greci ci hanno detto che il documento proviene da “Diktyo Spartakos” (“Rete Spartaco”), un'organizzazione della sinistra extraparlamentare nell'esercito greco, principalmente formata dalla Corrente della Nuova Sinistra (NAP) ma con una più larga influenza negli ambienti di sinistra e anarchici. In ogni caso il punto più importante è l'espressione di una forma moderna di “disfattismo rivoluzionario”. È un messaggio inequivocabilmente internazionalista e proletario. Questi militari di leva ne hanno avuto a sufficienza di tutte le porcherie (1) che gli vengono ordinate e, coraggiosamente, hanno deciso di alzare la voce, non solo contro questo o quell'aggressione capitalista ma contro l'intero sistema dello sfruttamento, chiamando ad una risposta i lavoratori/e di tutti i paesi.

…carni lacerate dal filo spinato, bambini annegati sulle coste, affamati nelle piazze, folle accalcate che imploranoper i loro documenti…

Molti di noi hanno visto e hanno vissuto queste scene vergognose prima che arrivassero sulle prime pagine e nei telegiornali, sul fiume Evros e sulle isole, là dove ci hanno mandati per svolgere obbligatoriamente il servizio dell’assurdo. Lavoratori schiavi e contemporaneamente carne per i loro cannoni.

Queste scene ci scioccano, monopolizzano i nostri discorsi. Non vogliamo, però, che diventino routine. Come non ci siamo abituati e non riconosciamo i memorandum e le politiche anti-popolari, gli interventi imperialistici e le loro sporche guerre, così non accetteremo e non ci abitueremo al dramma dei profughi. È il dramma delle nostre genti, del nostro mondo, del mondo del lavoro, indipendentemente dalla nazionalità, dalla religione o dal sesso!

Il cosiddetto «aumento dei flussi migratori» è in realtà fuga dalla guerra e sradicamento. Non è un fenomeno naturale, ci sono dei responsabili. È la loro crisi capitalistica. Per far sì che passi, aboliscono i nostri diritti, ci lasciano nella fame, nella povertà, nella disoccupazione, nella nuova necessità di migrare. Sono gli USA, la NATO, l’Europa, la Cina e la Russia. Impongono i loro interessi economici con la paura e la morte, mantengono e resuscitano nuovi alleati e nemici, alimentano il fondamentalismo religioso. Sono le forze della periferia dell’impero (Turchia, Israele, Grecia, paesi Arabi), che inaspriscono gli antagonismi di quest’area.

Sono quelli che parlano di stati falliti e di popoli inferiori, quelli che affrontano gli uomini come spazzatura e fanno rastrellamenti, trasformando interi territori in discariche di persone e in dispense per il crudo sfruttamento! Uno solo è il nemico della classe borghese e dei suoi governi: i lavoratori, sia che si battano per i loro diritti, sia che si muovano senza documenti, anche se sono stati i loro interventi militari a portarli allo sradicamento. E inoltre, non sono i rifugiati a decidere dove andare: i flussi migratori vengono incanalati verso i moderni campi di concentramento, gli “hot spot”, (2) perché i lavoratori scelgano dove essere sfruttati! Se ne libereranno, chiaramente, quando non avranno più bisogno di loro, o quando si azzarderanno a reagire, rimettendoli di nuovo sul mercato…

Lo stato greco e l’esercito sono parte del problema e non la soluzione. Il governo SYRIZA-ANEL continua la guerra al terrorismo, prende parte ai programmi imperialistici, combatte le «minacce non conformi» (migranti, movimenti sociali). Replica la falsa ripartizione tra profughi di guerra buoni e migranti economici cattivi. Le forze armate chiedono a noi, i soldati di leva, insieme a quelli in ferma stabile e agli ufficiali, di fare la guerra al «nemico interno», come nel caso recente dell’esercitazione PARMENIONE 2015! (3) Al ciclo morte-sfruttamento-oppressione collaborano in armonia i “nemici” Grecia e Turchia, che pattuglieranno congiuntamente l’Egeo! Il fronte di guerra dell’Europa, per altro, comincia a Gibilterra e termina nell’Egeo, con Frontex (4) con un ruolo preponderante.

Un sommergibile greco si unirà alla flotta europea che opera nelle acque territoriali libiche. La 16° divisione, sull’Evros, è in stato d’allerta per i migranti che arrivano da Edirne. Ci ordinano di esercitarci per reprimere le folle, come quando a Kos, dopo i drammatici eventi di Kalymnos, il generale ha richiesto che venisse dichiarato lo stato di emergenza e che fossimo mandati armati contro i migranti reclusi senza cibo né acqua. Facciamo la guardia a questa cortina assassina che è anche la ragione di tutti questi annegamenti nell’Egeo.

NON COMBATTIAMO, NON REPRIMIAMO, NON DIAMO LA CACCIA AI MIGRANTI.

Noi soldati in lotta siamo contro tutto questo, contro i loro crimini vecchi e nuovi.

Chiamiamo a un Movimento di massa, sia dentro che fuori l’esercito.

Per bloccare in ogni modo Frontex, la NATO e l’esercito europeo, l’azione delle forze armate in questo massacro continuo. Non partecipiamo alle ronde.

Aiutiamo ad abbattere le cortine e non a costruirne di nuove. Che nessun soldato salga sulle navi dirette in missione.

Navi, sommergibili e aeroplani facciano ritorno alle loro basi. Nessun supporto ai loro rifornimenti.

Rifiutiamo la trasformazione dell’esercito greco in un dispositivo capitalista, sia a discapito dei migranti che dei movimenti sociali. Non accetteremo di rimediare come «lavoratori volontari» alle carenze delle infrastrutture sociali. Per noi la minaccia non conforme sono la guerra dichiarataci contro dai governi e gli interessi che essi sostengono.

Chiediamo ai nostri colleghi non solo di mostrare pietà e compassione, ma anche di considerare i comuni interessi di classe. Sono le stesse istituzioni borghesi, le stesse politiche borghesi, gli stessi governi borghesi che distruggono anche i nostri sogni.

Quello che adesso vivono i profughi, la continua persecuzione da parte di dispositivi totalitaristici di ogni tipo, la lotta per la dignità e la sopravvivenza, il loro tragico presente, sono per molti di noi l’incubo di un presente e di un futuro che non dobbiamo vivere: lo stato del totalitarismo parlamentare con i collaboratori NAZISTI di Alba Dorata.

Sappiamo bene che le prossime rivolte vedranno gli sfruttati uniti o gli uni contro gli altri.

Non esiste oggi una solidarietà più pragmatica e un aiuto più grande a noi stessi che il colpire il male alle radici.

Siamo parte del moderno movimento dei lavoratori e contro la guerra, che può esistere solo attraverso un’ottica di classe, anticapitalista e internazionalista. Con la resistenza, l’opposizione, il rifiuto in toto del governo, dei dispositivi imperialistici, del mondo borghese dell’oppressione.

Seguono nel testo originale le sottoscrizioni, poi aumentate, dei soldati di 38 unità delle forze armate, n.d.t.

RETE DI SOLDATI LIBERI “SPARTAKOS”

COMITATO DI SOLIDARIETA’ AI SOLDATI DI LEVA

Fonte: diktiospartakos.blogspot.gr

Traduzione di AteneCalling.org

547 Rethymnon Airborne Battalion, Sparta KEEM, 616 Infantry Battalion, Avlona KETTH, 535 MK/TP 31st Brigade, Patra KETCH, Mesologgi KEN 2/39 SP, 526 MK/TP, 124 PVE Tripolis, Cpt. Paraschos 29th Infantry Brigade, ASDYS, 221 EMA Plati Evros, 401 Military Hospital atallion Administration, Thiva KEPV, 16 TYP, Nafplio KEMCH, Evros Chatzipenti Camp, 211 MK/TO 95 LATETH, Araxos 116 PM, 3rd Cooking Education Battalion-Gythio Supply Dept., 647 MK/TP Litochoro, 50 PEA/AP, SDB Karaiskakis B Company Management, 219 KICHNE Didymoteicho, 173 MEAP Orestiada, 516 MK/TP, 424 SN Thessaloniki, Evros Vogiatzis Feres Camp, 642 TP, Bouga Camp, 32 MPP PN, KEN Kalamata, 643 TE Chios, 123 PTE, 618 M/K TO Plati, 296 M/K TE, KAAY Agios Andreas, 93 TYETH Lesvos, 503 TP, 95 TYETH, 22 EMA Petrohori, 25 EMA Petrochori, B EANETH, 107 A/K MMP PEP Didymoticho, 305 SPTCH, 3rd EAN Alexandroupolis, 107 Chatzipenti Koufovouno Camp, Evros 523 Mavrodentri Kozani.

Tuesday, October 27, 2015

Le informazione sul contesto, contenute nelle note che seguono, ci sono state in larga parte fornite dai Compagni Internazionalisti di Grecia.

(1) Questo significa non solo fare il lavoro sporco dell'Europa per tenere fuori i rifugiati ma anche attaccare i lavoratori greci. Secondo la fonte efsyn.gr ai militari di leva del 523° Battaglione di fanteria è stato ordinato di partecipare ad una esercitazione militare segreta a Kozani mercoledì 14 ottobre, con soldati professionisti, per “riconquistare la fabbrica abbandonata AEVAL (fertilizzanti industriali), occupata da facinorosi" (Vice Comandante di Campo). I cosiddetti “facinorosi” erano gli operai della “loro” fabbrica, andata in bancarotta, che la avevano occupata nel disperato tentativo di continuare a portare avanti le cose e di cercare di impedire che i padroni vendessero i macchinari. In breve l'esercito eseguiva la difesa della proprietà capitalista contro la classe operaia. Niente di nuovo in questo e niente di nuovo in un governo di sinistra che usa tutte le sue forze per difendere il diritto di proprietà. Questa repressione della classe lavoratrice non è una novità, ci sono molti esempi di questo tra il 2008 e il 2011. Vedi per esempio, eagainst.com

(2) Il primo di questi “hot spot” di rifugiati, centri di registrazione, è stato costituito a Lesbo solo pochi giorni fa. I rifugiati rimangono in fila qua, probabilmente per giorni, per prendere le impronte digitali come dei criminali prima di andare ad un colloquio preliminare per l'asilo politico, colloquio che determinerà se potranno essere registrati per entrare in Europa o meno.

(3) L'esercitazione militare Parmenion viene effettuata ogni anno, ma quest'anno è diventata famosa per essersi svolta alla recinzione finanziata alla Grecia dall'Europa per mantenere e difendere il confine con la Turchia lungo il fiume Evros (vedi l'apertura di questo documento). Tsipras, con indosso la giacca dell'aviazione, ha partecipato all'esercitazione di quest'anno nella quale ha dichiarato che “il confine greco era sicuro”. Numerosi rifugiati (7 sono documentati dall'Osservatorio per i Diritti Umani) sono morti sotto le pallottole dalla polizia di frontiera negli ultimi giorni.

(4) Frontex è l'agenzia europea per la gestione delle operazioni congiunte ai confini esterni degli stati membri dell'Unione Europea. In breve è la polizia di confine dell'Europa Unita.

Giovedì, October 29, 2015