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Home ›Colombia - Guerra, petrolio e intervento yankee
Nel corso del presente anno le urgenze dell'oligarchia colombiana si sono acutizzate. Il 21 febbraio c'è stata la rottura del dialogo e degli accordi tra guerriglia e governo nel bel mezzo del più spaventoso deficit fiscale della storia e dell'esplosione del debito estero, il più alto dell'America Latina rispetto al PIL. Già da novembre e dicembre del 2001, il presidente Pastrana e il comandante generale delle Forze Armate, il generale Fernando Tapias, sollecitavano consultazioni con gli USA per affrontare il dilagare della guerra interna che ha luogo in Colombia, di fronte al chiaro esaurimento dei meccanismi di dialogo politico diretto con la guerriglia. L'obiettivo dell'attuale politica oligarchica consiste nel cambiare la sfavorevole posizione militare dello stato colombiano e cercare di passare all'offensiva contro la guerriglia. Una dichiarazione di G. Bush jr, emessa dopo gli incontri con i due personaggi citati prima, ha lasciato trasparire lo sfondo che unisce Pastrana e Tapias nella boria criminale delle loro richieste di sterminio: "Plaudo agli sforzi di Pastrana per cercare di mettere ordine nel paese, però noi siamo condizionati dalla legge ed è mia intenzione rispettarla"
Offuscati dalla loro fede cieca nell'onnipotenza e nell'appoggio incondizionato dell'imperialismo yankee, i succitati personaggi non avrebbero mai pensato che il capo potesse dare loro una risposta simile. È dunque naturale che si siano sentiti un po' defraudati per le esitazioni e le cautele dell'attuale amministrazione. Naturalmente, tutto ciò non ha niente a che vedere con un rigurgito di "coscienza morale" di Bush, ma solo con il semplice calcolo. Le decisioni di "politica estera" nordamericana - dalle quali dipende la "politica interna" colombiana" - rispondono a un'esatta valutazione del rapporto costi-benefici rispetto a un maggiore impegno nella lotta anti-guerriglia. Sebbene di per sé l'intervento yankee in Colombia sia già grande e molteplice, gli interessi in gioco sono, senza dubbio, sufficientemente significativi per giustificare i costi. Però le sfide potrebbero arrivare ad essere superiori ai benefici considerando che la minaccia guerrigliera non è stata contrastata "opportunamente" dall'oligarchia colombiana. Per misurare le dimensioni del conflitto e la forza della guerriglia, basterà che menzioniamo il dato centrale sul quale si imperniava un rapporto "al di sopra delle parti" riguardante il numero dei combattenti morti durante i primi mesi seguenti la fine della cosiddetta "zona di distensione": 1685 militari e paramilitari, contro poco più di 250 guerriglieri.
Dagli incontri di Washington è risultato evidente che gli yankee daranno la loro approvazione solo in cambio di un maggior controllo sull'apparato repressivo, sullo stato e sulla politica economica del governo: il loro potere deve andare dalla gestione della polizia fino all'orientamento complessivo del governo. Di fronte all'incapacità dello stato e delle forze armate colombiane di fronteggiare efficacemente la guerriglia, l'amministrazione Bush si vedrà obbligata a ricorrere a stanziamenti sempre più onerosi per il bilancio USA per finanziare progetti concreti di sicurezza. Con tale proposito deve promuovere riforme che le permettano di controllare letteralmente le forze armate locali. Il comando e la direzione di queste forze - cosi come tutta la programmazione strategica e operativa - dovranno essere assunte direttamente dall'US Army (con il ruolo preponderante del cosiddetto "Comando Sud", diretto dal generale Gary Speer). Tutto questo esige modifiche adeguate nei mezzi di cui dispone oggi l'esecutivo USA per la gestione del bilancio e della politica estera con la Colombia. In questo modo, si cerca di includere la Colombia nel raggio d'azione della cosiddetta "lotta mondiale contro il terrorismo". Il Congresso nordamericano farà la sua parte approvando i cambiamenti legali necessari perché l'esecutivo possa fare uso delle risorse destinate a salvaguardare i suoi interessi e quelli dell'oligarchia colombiana come parte di quella lotta. Solo per la protezione dell'oleodotto Cano Limòn-Covenas (1) - collocato in una zona contesa con la guerriglia locale - il governo nordamericano ha proposto di spendere, oltre gli stanziamenti per il Plan Colombia,98 milioni di dollari nel 2003. In questo oleodotto la Occidental Petroleum partecipa al 15%. La sua produzione è destinata per il 75% al consumo USA e come importanza viene dopo Cusiana, il principale campo petrolifero del paese. Considerando il potenziale dell'oleodotto, qualunque aumento della produzione, dell'investimento e dell'esportazione è condizionato al suo effettivo controllo. Secondo Anne Patterson, ambasciatrice statunitense in Colombia (El Tiempo,10 - 02 - 02), oggi nel paese ci sono più di 300 punti di infrastrutture strategici per gli USA. Gli agenti del governo USA riconoscono apertamente che la politica militare yankee in Colombia va oltre la lotta al narcotraffico e sempre di più si allarga ad altre sfere. La scusa della lotta al narcotraffico e la presunta restrizione dell'uso degli strumenti repressivi solamente a questo settore ha lasciato il posto ai sotterfugi del discorso anti-terrorista.
L'importanza che gli imperialisti accordano alla loro politica interventista è in stretta relazione con il futuro della loro egemonia regionale, con le loro fonti petrolifere e con la sicurezza dei loro investimenti locali. Oltre ai 1.600 milioni di dollari già stanziati per il Plan Colombia, il governo USA sborsa altri 400 milioni di dollari per sostenere la concreta messa in opera delle varie parti del piano (2). Dato che le fonti tradizionali di petrolio per gli USA (l'Oriente) sono diventate meno sicure con l'inasprimento delle rivalità tra USA e paesi arabi dopo i fatti dell'11 settembre, il governo USA ritiene che il petrolio colombiano sia di importanza strategica per il suo paese. Inoltre, la Colombia è uno strumento chiave per scalzare o, quanto meno, frenare le aspirazioni nazionaliste di Chavez in Venezuela e il crescente movimento di protesta nella regione Andina.
Con la crisi araba, la Colombia diventa una fonte importante di petrolio per gli USA. Dopo il Messico e il Venezuela, è il paese petrolifero più importante nella regione (a livello mondiale, è al settimo posto nella fornitura di greggio agli USA). Ovviamente, l'America Latina non potrebbe coprire l'intero fabbisogno né soddisfare la domanda USA nell'eventualità di una crisi, però permette di disporre già da ora di un più ampio margine di manovra e offre la possibilità di esercitare un più efficace controllo sul processo di formazione del prezzo dell'oro nero.
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Questo oleodotto fu costruito nel 1986. Grazie a esso sono stati trasportati un miliardo di barili di greggio. Lungo 772 km, si estende dalla regione degli Llanos Orientales ad Arauca presso la frontiera col Venezuela (Cano Limòn) fino alle coste del Mar dei Caraibi (Oceano Atlantico) a Covenas, da dove è imbarcato per gli USA.
Gli stanziamenti degli USA alla lotta contro la guerriglia sono così ripartiti (non possiamo, per evidenti ragioni, calcolare il denaro che la CIA e la DEA spendono in operazioni coperte):
Nel 1998 gli USA inviarono 300 milioni di dollari per il rafforzamento della polizia nazionale;
Nel 2000, il Congresso USA approvò la destinazione di 1.100 milioni di dollari per finanziare il Plan Colombia. La maggior parte di questo "aiuto" è stata usata per la riorganizzazione delle forze militari e l'acquisto di elicotteri. Una parte minima è stata destinata a "programmi sociali".
Verso il dicembre 2001, il governo USA, in concomitanza col Plan Colombia, ha sviluppato la cosiddetta "iniziativa andina" che abbraccia i paesi confinanti con la Colombia. In questo nuovo piano Bush ha incluso una partita di 340 milioni di dollari per il governo Pastrana.
Nel febbraio 2002, il governo Bush ha presentato al Congresso il progetto di bilancio per l'anno fiscale 2003. Gli "aiuti" stimati per la Colombia ammontano a 400 milioni di dollari. Il nuovo progetto contempla anche un'addizionale speciale per finanziare la Brigata XVIII dell'esercito di Colombia (98 milioni di dollari), che sarà destinata esclusivamente alla guardia dell'infrastruttura dell'oleodotto Cano Limòn-Covenas.
Nel frattempo in Colombia si sono svolte le lezioni presidenziali. Il tasso di astensione è stato del 54%. Per l'elezione del presidente sono bastati 5 milioni di voti su una popolazione avente diritto di voto di 26 milioni. Il neo presidente si chiama Alvaro Uribe Vélez; sebbene provenga da un settore del partito liberale, la sua candidatura è stata promossa dalla colazione dell'estrema destra dei partiti tradizionali. Naturalmente, l'ambasciatrice USA si è immediatamente felicitata con il neo eletto.
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #6
Giugno 2002
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