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Home ›Twin Towers: Si sapeva tutto!
A distanza ormai di diversi mesi, possiamo meglio considerare in che modo si sviluppi la politica di Bush dopo l'attentato terroristico di New York avvenuto l'11 settembre del 2001, che non può essere certo considerato un fatto marginale, per aver causato la morte di migliaia di persone inermi, in maggioranza lavoratori, e per aver offerto l'occasione per l'attacco militare contro l'Afghanistan
Il disastroso evento è stato considerato come un momento di svolta epocale, causa di una profonda crisi finanziaria che ha quasi messo in ginocchio Wall Street. In realtà il calo degli indici azionari della borsa si andava già manifestando dal 2000.
Se ben guardiamo, la politica dell'Amministrazione americana si sta sempre più affermando nel senso dell'intensificazione della guerra al terrorismo internazionale e nelle aggressioni politiche e militari nei confronti degli "Stati canaglia" a difesa della "libertà" contro le "forze del male", in questo momento coincidenti con i paesi islamici. Il Congresso degli USA ha ripreso a finanziare la lotta contro il terrorismo e le forze ostili all'Occidente, in contrasto con la Casa Bianca solo per quel che riguarda la cattiva e tardiva gestione delle informazioni sulle attività di Al Quaida negli USA, in relazione appunto al tragico attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono.
Difatti, come abbiamo a più riprese scritto su Battaglia comunista, i "ritardi" nella prevenzione vengono sempre più alla luce. Le Agenzie di Intelligence sapevano già qualcosa, erano pervenute notizie su possibili attacchi di KamiKaze terroristi all'interno degli Stati Uniti. L'agente Coleen Rowley, consigliere generale dell'Fbi di Minneapolis, ha addirittura denunciato una disfunzione interna con una lettera alla Commissione del Congresso che indaga sui servizi segreti e non con una denuncia strettamente interna al Fbi stessa, come solitamente avviene in casi simili. Come se non bastasse il Quartier generale aveva trascurato le segnalazioni di Kenneth Williams, dell'Ufficio di Phoenix, che aveva già indicato la presenza di uomini di Osama bin Laden, non certo immune in passato da rapporti con la CIA, nelle scuole di aviazione statunitensi. In realtà, nonostante la richiesta di chiarimenti del Congresso, la direzione di marcia rimane quella impressa dall'Amministrazione Bush, sostenuta dalle industrie degli armamenti e dell'energia, vale a dire quella di un rafforzamento dei poteri presidenziali, tra cui la possibilità di promuovere accordi commerciali, e della creazione di tribunali speciali militari per indagare su presunti terroristi. Questo sul piano interno. Sul piano internazionale appare evidente un forte investimento politico e diplomatico per l' affermazione strategica della potenza statunitense nei confronti dell'ormai concorrente, anche se più debole politicamente e militarmente, imperialismo europeo, mediante il proprio posizionamento come punto di riferimento per i paesi europei nella lotta contro quei paesi che destabilizzano la "sicurezza" e la "pace", come l'Iraq e l'Afghanistan considerati finanziatori del terrorismo, nel tentativo cioè di costruire una motivazione plausibile alle iniziative niente affatto pacifiche intraprese, in realtà copertura ideologica alle azioni militari per il controllo e la gestione di fonti energetiche e materie prime. Confermano questa strategia il viaggio a Berlino di Bush per affermare l'intento di un rafforzamento dell'alleanza con l'Europa contro il terrorismo e gli Stati che sono considerati sostenitori del terrorismo internazionale, l'incontro con Putin in cui Bush ha dichiarato che i rapporti intrattenuti da Mosca con l'Iran e l'Iraq sono una potenziale minaccia per la pace mondiale e la convivenza dei popoli e la riunione del vertice Nato a Roma che, nella "Dichiarazione di Roma", ha sancito l'ingresso della Russia nella Nato, accelerando quel processo di avvicinamento all'Europa, tutto nel quadro di un rafforzamento della "legalità" internazionale.
Subito dopo questi impegni Bush affida all'Fbi superpoteri di polizia e di indagine senza alcuna procedura di autorizzazione nei riguardi dei cittadini sospettati di terrorismo, inaugurando una collaborazione tra Fbi e Cia, attraverso l'impiego di suoi agenti nel Quartier generale dell'Fbi per aiutare a gestire le informazioni. Si può quindi capire come vi sia una diretta connessione tra la guerra al terrorismo internazionale e il rafforzamento dei poteri delle forze di polizia interne ai paesi metropolitani, ricordiamo anche il progetto di istituzione della polizia europea e di un esercito europeo, che significa, a dispetto delle formule ufficiali usate in chiave mistificatoria, aumento della prevenzione e preparazione alla repressione, da parte degli Stati, di possibili opposizioni e ribellioni proletarie, scatenate dalla crisi economica strutturale in atto.
Ritornando alla questione del tremendo attentato alle Twin Towers e alla politica di Bush, G. Chiesa, nell'editoriale de Il Manifesto del 22 maggio, pone alcune questioni, a suo parere non avanzate da altri. Afferma che, se già pochi giorni dopo il disastro Fbi e Cia riuscirono ad individuare diciannove dei venti kamikaze e già il 16 agosto era stato arrestato Zacarias Moussami, allievo pilota della Pan Am Flight Academi del Minnesota, se già tre giorni prima della catastrofe Bush aveva già fatto compilare un "ordine presidenziale" per la preparazione dell'offensiva militare contro Al Quaeda in Afghanistan, si può dedurre che l'Amministrazione americana avesse informazioni sufficienti per prevedere un attacco terroristico e avesse ritenuto che una dura risposta a un'offensiva terroristica contro l'America sarebbe stata preferibile ad un attacco a freddo degli Stati Uniti. Poi un attacco terroristico contro gli USA in guerra avrebbe avuto il significato di una giusta ritorsione. Dunque una scelta politica basata forse su una valutazione sbagliata del grado di devastazione del possibile attacco terroristico. Ma queste non sono ipotesi nuove, semmai queste ipotesi sono suffragate da fatti nuovi e possono essere maggiormente esplicitate. Difatti in Battaglia comunista dell'ottobre 2001, nell'articolo Afghanistan crocevia degli scontri imperialistici, è stato scritto come, ad una prima analisi degli svolgimenti della vicenda, emergeva una corresponsabilità degli USA perché "troppi sono i "buchi neri" della vicenda, della mancata presa in considerazione di un avviso di possibili attentati fornita dal Mossad, allo spaventoso ritardo con il quale si è messa in moto la macchina difensiva americana [...]. I tragici avvenimenti hanno presentato su un piatto d'argento la possibilità per il governo americano di giustificare la necessità di un intervento militare nei confronti di quei personaggi e di quel paese che hanno enorme importanza strategica nello scenario del petrolio caspico".
Battaglia Comunista
Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.
Battaglia Comunista #6
Giugno 2002
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