La sinistra italiana dalla frazione al partito

Dopo il Congresso di Lione del 1926, i compagni della sinistra del Partito Comunista d’Italia si organizzarono in Frazione di Sinistra e si diedero come organi prima “Prometeo”, poi “Bilan”.

La Frazione della Sinistra Italiana, nella propria opera di elaborazione teorica e politica a fronte del processo controrivoluzionario che aveva investito lo Stato e il Partito russi e la Internazionale Comunista, trasformatasi in strumento di questi, rompeva definitivamente con l'opposizione internazionale trotskista nel 1933.

Nel 1943, quando i compagni della Frazione all'estero si ricongiungevano con quelli del Centro Interno, si costituiva il Partito Comunista Internazionalista, avente per organi di stampa centrali il giornale “Battaglia Comunista” e la rivista teorica “Prometeo”, oggi pubblicati mensilmente l'uno, semestralmente l'altro.

Da subito il P.C.Int. dovette affrontare la virulenza degli attacchi e delle provocazioni staliniste, pagando con due morti assassinati (Fausto Atti e Mario Acquaviva) la sua intransigenza sui principi rivoluzionari.

Ma nella Frazione prima e nel Partito poi, convivevano due anime che la definitiva vittoria della controrivoluzione (il successo della ricostruzione nazionale) doveva portare a separarsi. Una, più direttamente legata alla figura e alla vicenda personale del compagno Bordiga, restava tenacemente attaccata all'esperienza della III Internazionale, del cui crollo non seppe mai darsi ragione fino in fondo.

L'altra, più conseguente nell'esame critico del processo controrivoluzionario affermatosi in Russia, doveva trarre le debite conclusioni in merito:

  • all'esame dell'attuale fase imperialista;
  • al conseguente carattere delle guerre cosiddette di liberazione nazionale;
  • al ruolo che la socialdemocrazia, rinnovata nei suoi massimi esponenti, gioca nell'ambito della conservazione borghese;
  • e al ruolo che i sindacati avrebbero assunto nella fase in cui il capitalismo sopravvive a se stesso.

Da un diverso modo di porsi nei confronti di questi fondamentali problemi durante tutto l'arco storico coperto dalla Frazione, discesero i contrasti che portarono alla scissione del 1952.

La parte della Frazione che con più vitalità, e coraggio si era spinta avanti nell'esame della tragedia che aveva investito il proletariato mondiale elaborando le posizioni più caratteristiche della Sinistra Italiana, si trovò a doverle difendere all'interno dalle posizioni di fatto liquidazioniste che:

  • negavano la necessità dell'intervento organizzato del Partito nella lotta politica;
  • negavano validità al lavoro sul terreno delle lotte rivendicative e nell'ambito del movimento sindacale.