Gli espropri dei disobbedienti ovvero la politica dell'esibizionismo

Il 6 novembre scorso, a Roma, si è tenuta la manifestazione nazionale della "Grande Alleanza Precaria", un corteo di circa trentamila persone a cui hanno partecipato i disobbedienti di Casarini (Global project), vari centri sociali, vari sindacati di base fra cui i Cobas e le RdB-CUB, i Giovani comunisti di Rifondazione e altre sigle minori. Un corteo contro la precarietà del lavoro che è passato alle recenti cronache soprattutto per i due "espropri" avvenuti in un ipermercato e in una libreria Feltrinelli, a opera di alcune centinaia di disobbedienti guidati dal gran capo Casarini.

"Espropri proletari", sono stati definiti da giornali e telegiornali, a cui si è unito il coro di politicanti e uomini di governo che, da destra a sinistra, hanno fatto la gara a chi riusciva a parlarne peggio. Esproprio proletario... di certo Casarini e compagnia non avranno affatto gradito questa definizione data dai media al loro ultimo teatrino. Avrebbero di gran lunga preferito, che so, spesa sociale, oppure, meglio ancora, "shop surfing". Vuoi mettere? È molto più giovane che il desueto esproprio proletario! E poi quale proletariato? Le classi, per i disobbedienti, non esistono più: ora c'è la "moltitudine", una sorta di massa variegata e post-moderna in cui trova posto, bene o male, chi vuole. Ma se bisogna proprio dare un'indicazione più precisa del soggetto politico di riferimento, allora c'è sempre il "cognitario", a cui, poverino, il capitalismo sfrutta nientemeno che le idee. Altro che il vecchio e ignorante operaiaccio!

Difficile dire chi, in questo squallido circo, fa la parte peggiore. Pisanu e i bastonatori di stato, forse, che prendono l'esproprio al balzo per lanciare l'ennesimo "allarme-estremismo" contro quegli antagonisti che vorrebbero infiltrarsi nel mondo del lavoro per alzare il livello dello scontro e che "scelgono la violenza e possono andare oltre la propaganda armata"? (sic). Oppure Bertinotti, che, preparandosi a fare da reggicoda al centro-sinistra, non perde occasione per ribadire la sua assoluta devozione alla non violenza ipocrita e borghese, allontanandosi dagli amici più scomodi del movimento no global?

Nonostante l'impegno di Pisanu, di Bertinotti e di tutta la canea benpensante che ha sbavato e abbaiato contro gli espropri, forse la parte peggiore è proprio quella recitata da Casarini e seguaci. Hanno infatti inscenato una mascherata sotto i riflettori (per di più trattata con i direttori aziendali e le forze dell'ordine!) giusto per balzare sul palcoscenico "post-moderno" dell'idiozia e cercare così di ribadire - o di riconquistare - la propria leadership sull'abbozzo di un movimento che si aggira nelle piazze. Cosa direbbero di queste pagliacciate i piqueteros argentini che durante la sollevazione di un paio d'anni fa organizzavano, loro sì, gli espropri proletari nei grandi magazzini per sfamare giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, le periferie in rivolta?

Forse direbbero di non confondere la lotta di classe con l'esibizionismo.

GS

Battaglia Comunista

Mensile del Partito Comunista Internazionalista, fondato nel 1945.